con il suo primo sorriso, per cui il nobile verso di Omero che cantò. 13 non altro: "soltanto". PARAFRASI E SIGNIFICATO DI A ZACINTO Né più mai toccherò le sacre sponde . il … Anche qui si scorge l’eco di Lucrezio, del suo proemio al De rerum natura, in cui la dea «genitrice degli Eneadi» altro non è che simbolo dell’istinto vitale che anima ogni essere vivente. "A Zacinto" poesia di Ugo Foscolo: parafrasi, tematica, analisi, metrica. PARAFRASI. URL consultato il 4 luglio 2016. a zacinto - e altre opere- ugo foscolo. con il suo primo sorriso, e per questo non si esentò, dal descrivere le tue nubi e la tua vegetazione, fama e dalle sventure, riuscì a baciare la sua. Titolo. siti, esercizi ecc. La perifrasi si adatta perfettamente alla solennità del dettato. A Foscolo spesso mancava il necessario raccoglimento dalla vita, eroica sì, e sempre in tempesta, al punto che meriterebbe un film hollywoodiano; di rado riusciva a portare a termine le sue furiose ispirazioni. Zacinto, detta anche Zante, è un'isola greca del Mar Ionio, vicina al Peloponneso. 9 inclito: dal latino inclitus, a, um, “mai sconfitto, immortale”. ^ Gennaro Cucciniello, UGO FOSCOLO, “A ZACINTO”. Palese è l’antitesi tra l’errante Ulisse, che pur bacia la sua petrosa Itaca, ed il poeta, che già presente quel ‘che poi fu’; che egli cioè non rivedrà più la sua selvosa isola natante nell’azzurro» (G. Manacorda, Studi Foscoliani). ilfoscolo poesia sonetti alla sera, a zacinto, in morte del fratello giovanni, testo e parafrasi, schema metrico, versi, romanticismo [I] ALLA SERA Forse perché tu sei l'immagine della morte, a me giungi cosi gradita, o sera, sia quando d'estate sei seguita dalle nuvole e dai venti sereni, A Zacinto di Ugo Foscolo: testo e parafrasi. 2 sacre: l’aggettivo si carica di significati, per quanto relegati - conformemente all’ideologia del Foscolo - ad una posizione tutta immanentistica e laica. Vi è poi una sovrapposizione interessante e sottile tra i due modelli poetici di Foscolo: Omero e Dante. Io non toccherò mai più la terra sacra dove il mio corpo da bambino giacque, o mia Zacinto, che ti rifletti nelle acque del mare greco dalle quali nacque, vergine, la dea Venere, che rese fertili quelle isole con il suo primo sorriso, per cui non potè non cantare le tue limpide nuvole e la tua vegetazione il verso famoso di colui che con il suo primo sorriso, per cui il nobile verso di Omero che cantò. Letteratura italiana — A Zacinto di Ugo Foscolo: testo, parafrasi, commento e figure retoriche di uno dei più celebri sonetti dell'autore, dedicato alla sua amata terra natale…. PARAFRASI. A Zacinto. Venere venne creata, e fece queste terre feconde. Parafrasi Analisi Scritto tra il 1802 e il 1803, il sonetto è dedicato alla madrepatria Zacinto (nome greco dell’isola di Zante, parte delle isole Ionie al largo del Peloponneso), cantata dal poeta anche ne Le Grazie, con espressioni e immagini che ritroviamo anche in questo componimento. A Zacinto di Ugo Foscolo: testo, parafrasi, commento e figure retoriche di uno dei più celebri sonetti dell'autore, dedicato alla sua amata terra natale. In questa pillola ne analizzeremo il testo, le figure retoriche e il significato. Parafrasi. Ci sono poi le anastrofi «vergine nacque / Venere» (vv. All’antenoree prode, de’ santi Lari Idei ultimo albergo e de’ miei padri, darò i carmi e l’ossa 6, e a te il pensier: ché piamente a queste: 15 Dee non favella chi la patria obblìa 7. Scaricala ora in formato .pdf o .jpg… Continua. Perché Foscolo – e l’Ortis ne era una dimostrazione – era spesso sopraffatto dalla tensione di voler dire e da una volontà espressiva talmente forte che rischiava di soffocare il suo canto. Poesie e tragedie, edizione diretta da F. Gavazzeni con la collaborazione di M.M. Non toccherò mai più (ne più mai - anastrofe – le tre negazioni sottolineano l’impossibilità di rivedere la terra natia) le sacre rive (sacre sponde: Zacinto è sacra in quanto gli ha dato i natali e anche perché dalle sue acque è nata Venere - ipallage) dove il mio corpo di fanciullo riposò (ove…giacque: in senso metaforico nel senso che Zacinto fu la culla di Foscolo), Titolo. Poesie scelte: UGO FOSCOLO, A Zacinto (Sonetto III), 1803. Le tre negazioni in climax riprendono è come se riprendessero un ragionamento sotterraneo del poeta che prorompe nell’incipit lasciando dietro sé tutta la parte implicita: «Né continua la rassegna tacita delle avversità che affliggono il poeta» (Russo). Cantò fatali, ed il diverso esiglioPer cui bello di fama e di sventuraBaciò la sua petrosa Itaca Ulisse. 8-9). Non toccherò mai più le sponde dell’isola dove vissi la mia infanzia, Zacinto mia, che ti specchi nelle onde del mare greco, dal quale. Alla propria patria Foscolo si rivolge usando due apostrofi, una per ogni periodo: «Zacinto mia» (v. 3); «o materna mia terra» (v. 13). Tuttavia la terra genera e inghiotte in un ciclo senza fine, ed è probabile che Foscolo qui evochi un passo lucreziano: «il bimbo, simile al marinaio che i flutti furiosi hanno rigettato sulla riva, giace, tutto nudo, per terra (…) dall’ora in cui, gettandolo sulle rive bagnate dalla luce, la natura lo strappa con sforzo dall’utero materno (Lucrezio, De rerum natura, V, 222-225). Parafrasi A Zacinto Viene preso in esame il sonetto scritto da Ugo Foscolo, A Zacinto. Non toccherò mai più le rive sacre dove nacque il mio corpo di bambino (luogo in cui il poeta nacque e trascorse la sua infanzia), Zacinto mia, che ti rifletti nelle onde dal mare greco da cui nacque vergine Venere, e rese quelle isole feconde con il suo primo sorriso, e per tale esaltò le tue chiare nubi e la tua vegetazione la magnifica opera (l’Odissea) del poeta (Omero), che cantò il fatale (lungo viaggio via mare voluto dal fato), e l’esilio diverso per cui, bello di fama e di sventura, Ulisse (Odisseo) baciò la sua roccio… storia. Foscolo quindi, pur adottando uno schema classico, riesce a dissolvere la ritmica tradizionale dei sonetti che volevano la coincidenza di periodi sintattici e strofe. Le sue origini erano per metà veneziane - il padre era medico di vascello - e per metà greche (la madre era Diamantina Spathis). Né più mai toccherò le sacre sponde 2. Io non toccherò mai più le sacre sponde, dove il mio corpo da fanciulletto visse, Zacinto mia, che ti rifletti nelle onde del mar greco, dove la giovane dea Venere. una struttura circolare; riprende quindi il tema da cui è partito, e cioè l’impossibile ultimo ritorno a Zacinto. Analisi testuale. Venere venne creata, e fece queste terre feconde. ^ Gennaro Cucciniello, UGO FOSCOLO, “A ZACINTO”. Zacinto mia, che te specchi nell'onde 4. siti, esercizi ecc. Celebrata non soltanto come patria natale ma anche come patria ideale, eternata dagli antichi miti greci e dalla poesia omerica, il poeta ne piange la lontananza e profetizza per sé la sventura di un esilio perpetuo (l’”illacrimata sepoltura”, appunto). “Non tacque” è litote (una figura retorica per cui si definisce qualcosa negandone il contrario), a sottolineare l’impossibilità di tacere l’irresistibile bellezza e rigogliosità di quelle isole, feconde proprio grazie al “primo sorriso” di Venere. Foscolo, e lo si vede bene nell’Ortis, deluso storicamente da quella patria che non riusciva a formarsi, senza rinnegare la grandezza dantesca, guarda però ancora più indietro e glorifica al suo posto il padre della cultura occidentale, il leggendario poeta Omero, cui dedicherà il commosso finale del carme Dei sepolcri. La poesia, che si fa strumento cardine della memoria e della celebrazione letteraria delle proprie origini, si conclude però con un secco pensiero di morte, espressione del pessimismo foscoliano: il poeta ricorda come ognuno di noi si avvia verso una sepoltura annunciata e "illacrimata", ricollegandosi così al tema principale dei Sepolcri. 4-5); «onde / del greco mar» (vv. A Zacinto (conosciuto anche come Né più mai toccherò le sacre sponde, dal primo verso) è uno dei più celebri sonetti della produzione di Ugo Foscolo, scritto nel 1803 a Milano. Si può inoltre rilevare l’uso frequente della sineddoche: «sponde» per indicare le coste (v. 1); «limpide nubi», che è anche ossimoro, per indicare il clima altalenante della Grecia (v. 7); «fronde» per indicare i boschi (v. 7); «inclito verso» per indicare tutta l’opera di Omero (v. 8). Ove il mio corpo fanciulletto giacque, 3. L’esilio segnava la perdita di un'altra delle illusioni foscoliane: la patria, il senso di appartenenza a una nazione, e quindi la difesa assoluta della sua identità poetica e spirituale. PARAFRASI. 14 a noi: il pronome non è un semplice plurale maiestatis, ma ha la funzione di includere tutti coloro che sono accomunati da un medesimo destino. Questi due aspetti, indagati fino allo spasimo dal poeta, occupano l’ultima terzina: come un’epigrafe che poi è proprio l’unione della poesia alla morte. scienze. TESTO PARAFRASI [1] [1] Né più mai toccherò le sacre sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia, che te specchi nell'onde Perciò l'illustre verso di Omero non potè non celebrare le tue (di Zacinto) nubi e la tua flora, A ZACINTO Ugo Foscolo 1. È tutt’altro che liberatorio per chi crede che una patria occorra ancora costruirla, e non per sé stessi, ma per chi dovrà arrivare: Foscolo si ostina a parlare di morte e di tombe, di oblio e di Nulla, perché la vera lotta dell’uomo si gioca contro il cieco meccanismo del suo mortale destino; cerca, agendo spesso alla disperata, e con ostinata coerenza, di salvare l’intervento dell’uomo nella storia: cerca il significato, il signum, la sua firma nel mondo. Foscolo, "Autoritratto": testo e parafrasi, Foscolo, "Ultime lettere di Jacopo Ortis", l'incontro con Parini: riassunto e commento, Foscolo, "In morte del fratello Giovanni": commento e analisi, Foscolo, "Alla sera": parafrasi del testo, Foscolo, "All'amica risanata": analisi del testo e commento, Siamo fieri di condividere tutti i contenuti di questo sito, eccetto dove diversamente specificato, sotto licenza, Videolezione "Foscolo, "A Zacinto": analisi e commento". A Zacinto di Ugo Foscolo: testo, parafrasi, commento e figure retoriche di uno dei più celebri sonetti dell'autore, dedicato alla sua amata terra natale. Tu, mia terra materna, non avrai altro che la poe… A Zacinto (conosciuto anche come Né più mai toccherò le sacre sponde, dal primo verso) è uno dei più celebri sonetti della produzione di Ugo Foscolo, scritto nel 1803 a Milano. Lombardi e F. Longoni, Einaudi-Gallimard, Torino 1994, vol. 11 diverso esiglio: letteralmente “vario esilio”. Quando viene citata l'isola del Foscolo da Omero? A ZACINTO UGO FOSCOLO PARAFRASI E ANALISI DEL TESTO. ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia, che te specchi nell'onde mito dell'esilio . Zacinto è come la tomba di queste speranze «ove il mio corpo fanciulletto giacque», dice il poeta, utilizzando un verbo che ricorda in modo quasi esplicito la morte, perché gli infanti giacciono in una posizione orizzontale, di perpetuo riposo, essendo incapaci di reggersi in piedi. 6/4/2011 0 Comments Non toccherò più le sacre rive (dove sono nato) dove vissi da fanciullo , mia Zacinto, che ti rifletti nelle acque del mio mar Ionio, dalle cui acque nacque Venere che col suo primo sorriso rendeva fertili quelle isole. Tu non altro che il canto avrai del figlio,O materna mia terra; a noi prescrisseIl fato illacrimata sepoltura. I temi affrontati sono l’esilio e quindi l’amore per la patria lontana, la sepoltura illacrimata e il ricordo dei personaggi classici. Proprio del 1803 è l’edizione definitiva delle sue poesie: è il canzoniere più breve della letteratura italiana, poiché conta appena dodici sonetti e due odi. 6/4/2011 0 Comments Non toccherò più le sacre rive (dove sono nato) dove vissi da fanciullo , mia Zacinto, che ti rifletti nelle acque del mio mar Ionio, dalle cui acque nacque Venere che col suo primo sorriso rendeva fertili quelle isole. … In questo sonetto sono presenti tutte le tematiche più care a Foscolo: Il componimento mostra alcune caratteristiche: Il sonetto è denso di temi classici e di sensualità espressiva. Non toccherò mai più (ne più mai - anastrofe – le tre negazioni sottolineano l’impossibilità di rivedere la terra natia) le sacre rive (sacre sponde: Zacinto è sacra in quanto gli ha dato i natali e anche perché dalle sue acque è nata Venere - ipallage) dove il mio corpo di fanciullo riposò (ove…giacque: in senso metaforico nel senso che Zacinto fu la culla di Foscolo), 91-92). Ugo Foscolo: analisi poesie. A Zacinto, sonetto x nell’edizione definitiva delle poesie foscoliane, è denso di temi classici e di sensualità espressiva. Oggi, nel post di Letteratura, parleremo della poesia di Ugo Foscolo intitolata “A Zacinto“.Si tratta del sonetto più rappresentativo del famoso poeta. 1 Né mai più: la triplice negazione rafforza l’idea dell’impossibilità del ritorno e crea un effetto di sospensione meditativa iniziale. Quando la vita lo sopraffaceva, il suo grido orgoglioso restava uno slancio: vinceva la fragilità esuberante di Ortis e non la composta malinconia di Lorenzo Alderani. nacque e fece quelle isole feconde con il suo primo sorriso, tanto che il … ^ Giuseppe Fischetti, Filologia e presenza dell'antico, 1986, p. 331, ISBN 8870626172. Venere, e fea quelle isole feconde. Questo sonetto, inoltre, rivendica la necessità di una patria spirituale (oltre che fisica) perché Zante (Zacinto) era la sua terra natia e luogo della sua infanzia. Metro: sonetto con schema ABAB ABAB CDE CED. Perché la materia è corruttibile, si dissolve continuamente. Solo quattro di questi dodici sonetti, quelli cioè definiti “sepolcrali” (ossia «In morte del fratello Giovanni», «Alla sera», «A Zacinto», «Alla Musa»), raggiungono complessità tematica e piena maturità espressiva. 12-14). 3-4); «tacque /le tue limpide nubi» (vv. Parafrasi Non toccherò più le rive di Zacinto ( sacre sponde) Dove da bambino riposò il mio corpo, Zacinto mia, che ti specchi nelle acque del mar greco, dove nacque la dea Venere Io non toccherò mai più le sacre sponde, dove il mio corpo da fanciulletto visse, Zacinto mia, che ti rifletti nelle onde del mar greco, dove la giovane dea Venere. Zacinto mia, che te specchi nell'onde del greco mar da cui vergine nacque Venere, e fea quelle isole feconde col suo primo sorriso, onde non tacque le tue limpide nubi e le tue fronde l'inclito verso di colui che l'acque cantò fatali, ed il diverso esiglio per cui bello … Sono i viaggi sulle acque dei mari di Ulisse volute dal fato. storia. Parafrasi e costruzione diretta del sonetto “A Zacinto”. Parafrasi A Zacinto - Ugo Foscolo. questo sonetto: considerando i termini che Foscolo utilizza in riferimento a Zacinto (sacre sponde, mia, specchi, onde, greco mar, isole feconde, limpide nubi, fronde, acque, materna mia terra), Parafrasi A Zacinto - Ugo Foscolo. scienze. Del greco mar da cui vergine nacque 5. «Questo sì è un sonetto tutto senso, tutto colori, tutto cose viste coll’occhio – come le onde lucenti, le nubi limpide ed il verde delle frondi – e viste colla fantasia, che dà corpo al mito, come la pittoresca Venere, che si dislaga dalle onde, o quel peregrino Ulisse, che vedi genuflesso al suolo affiggere un bacio alle scabre rupi patrie!» (G. Manacorda, Studi foscoliani). In Zacinto, vagheggiata e cantata, sembrano concentrarsi tutte le illusioni di Foscolo, come si trattasse del riparo felice della sua adolescenza perduta e delle perdute speranze. A Zacinto di Foscolo: parafrasi e analisi del testo A Zacinto è forse il sonetto più noto di Ugo Foscolo, il poeta italiano nato a Zante, in Grecia, nel 1778. il … tecnica, disegno tecnico. Il termine sponde annuncia il tema del mare, un elemento decisivo nella geografia mitica di. Tutto il sonetto è giocato sui temi più cari a Foscolo, tra cui emerge quello dell’esilio e della perdita delle illusioni foscoliane (fra tutte, quella della patria). Restano due sigilli che l’uomo deve apporre: la tomba e la poesia. 8-9). la poesia a zacinto scritta da ugo foscolo. Salve, Zacinto! ^ a b Rachele Jesurum, Sara Bandiera, "A Zacinto" di Foscolo: parafrasi del testo, OilProject. PARAFRASI Non toccherò mai più le sacre rive dove vissi da ragazzo, oh mia Zacinto che ti specchi nelle acque del mare greco da cui Venere nacque vergine e rese fertili quelle terre con il suo primo sorriso. Omero narra dell’eroe cercatore per eccellenza, il ramingo Ulisse, cui Foscolo si sente legato per il comune destino di sventura, e per la ricerca di pace.Tuttavia questa pace, il sonetto rivela, sarà per Foscolo solo con la morte e sarà proprio il suo canto a sopravvivergli. Un altro enjambement con diverso effetto è nella terzina finale (quindi nel secondo periodo): «prescrisse / il fato» (vv. È presente una litote: «non tacque» (v. 6), per affermare il contrario: ossia ‘celebrò’, ‘glorificò’. tesine e presentazioni per esami 3 media (ricerche - ginnastica argomenti per tesine ecc.) PARAFRASI. la poesia a zacinto scritta da ugo foscolo. Il paragone tra il poeta e Ulisse è molto forte. … A Zacinto, parafrasi della poesia di Ugo Foscolo Il sonetto “ A Zacinto ” è stato composto da Ugo Foscolo tra il 1802 e il 1803. Education, #foscolo, #letteratura, #parafrasi, #poesia, #romanticismo, #zacinto A Zacinto di Ugo Foscolo è uno dei più celebri sonetti dell'autore, dedicato alla sua amata terra natale. Eran suoi templi, era ne’ colli suoi l’ombra de’ boschi sacri al tripudio di Dïana e al coro 8; Analisi testuale. A Zacinto. 6 col suo primo sorriso: allusione all’epiteto greco della dea, philommeidés, “amante del sorriso”, cui si aggiunge la prerogativa della dea ad essere fonte di vita. Il primo periodo si snoda attraverso due quartine e per la prima terzina, a creare un andamento solenne, sostenuto peraltro dall’anafora dei tre nessi relativi (“onde […] di colui che […] per cui”). Il titolo della poesia è chiaramente una dedica: A Zacinto identifica subito il fatto che il poeta scrive una poesia dedicata a Zacinto, appunto. PARAFRASI . Parafrasi di A Zacinto, una delle più celebri liriche di Ugo Foscolo, con testo completo e analisi delle figure retoriche. A ZACINTO Livello tematico. Il titolo della poesia è chiaramente una dedica: A Zacinto identifica subito il fatto che il poeta scrive una poesia dedicata a Zacinto, appunto. A che serve, dunque, questo vagare alla deriva? 3 giacque: il corpo fanciulletto del Foscolo “giace” tra le sacre sponde di Zacinto, come se queste fossero in grado di cullarlo. Il primo periodo, come detto, parte da «Né più mai» e termina al v. 11; il secondo parte dalla negazione, al v. 12, «Tu non altro» e termina con il sonetto stesso. 13-14), che dà risalto al secondo termine, il soggetto, tra l’altro posposto al verbo, che sottolinea in modo solenne l’ineluttabilità del destino («il fato»). Parafrasi: Non toccherò più le sacre rive (dove sono nato) dove vissi da fanciullo , mia Zacinto, che ti rifletti nelle acque del mio mar Ionio, dalle cui acque nacque Venere che col suo primo sorriso rendeva fertili quelle isole.